Agricoltura: il rinvio sul divieto di urea apre il dibattito sul digestato
di Redazione
04/09/2025
Il rinvio di un anno del divieto di utilizzo dell’urea, spostato al 1° gennaio 2028, rappresenta un passaggio significativo per la tenuta economica del settore agricolo nazionale. La decisione, maturata nell’ambito del Piano d’azione per il miglioramento della qualità dell’aria, accoglie le sollecitazioni di Coldiretti, che da tempo chiedeva un confronto più ampio sulle reali conseguenze di un divieto immediato. Il presidente Ettore Prandini ha ribadito come la misura, se introdotta senza una solida base scientifica, avrebbe penalizzato migliaia di imprese, già chiamate a sostenere il peso della transizione ecologica.
Urea tra sostenibilità ed efficienza agronomica
L’urea resta uno dei fertilizzanti più diffusi, apprezzato per la sua efficacia e per i costi relativamente contenuti. Negli anni gli agricoltori italiani hanno affinato tecniche di distribuzione capaci di limitarne la dispersione, riducendo il rischio di emissioni in atmosfera e garantendo un assorbimento rapido da parte delle colture. Imporre restrizioni senza considerare questi progressi avrebbe comportato un aggravio economico e produttivo, senza benefici ambientali dimostrati in modo univoco. La richiesta avanzata da Coldiretti non riguarda solo la difesa dell’urea, ma anche l’urgenza di aprire finalmente un capitolo normativo chiaro sul digestato da biogas. Questo sottoprodotto della digestione anaerobica delle biomasse rappresenta, se gestito correttamente, una risorsa preziosa per ridurre le emissioni e migliorare la fertilità dei suoli. Tecniche come l’iniezione diretta nel terreno, la tracciabilità dei conferimenti e il dosaggio mirato consentono di trasformarlo in un alleato concreto della sostenibilità agricola.Norme ferme, imprese in attesa
Il quadro regolatorio sul digestato rimane tuttavia sospeso, in attesa di ulteriori valutazioni scientifiche. Una situazione che rallenta lo sviluppo di filiere strategiche come quelle del biogas e del biometano, già individuate dall’Unione europea come strumenti fondamentali per la decarbonizzazione. Molti investimenti, avviati da imprese agricole e zootecniche per valorizzare sottoprodotti e residui colturali, rischiano di rimanere congelati senza regole certe. Coldiretti insiste su un punto preciso: non è possibile chiedere agli agricoltori di accelerare sulla transizione ecologica e allo stesso tempo lasciarli privi degli strumenti normativi necessari per farlo. Il settore ha già dimostrato di saper integrare innovazione e rispetto ambientale, ma per proseguire su questa strada servono tempi certi e un sostegno concreto. Il rinvio sul divieto di urea, accolto come una misura di buon senso, deve ora tradursi in un impegno politico altrettanto forte sul fronte del digestato, per non disperdere il lavoro e le risorse che migliaia di aziende hanno messo in campo.Articolo Precedente
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