AgriTech in azione al SIF FAO: il CREA porta in mostra agricoltura circolare e acquacoltura intelligente
di Redazione
09/10/2025
Un’installazione che profuma di terra e di mare, capace di far dialogare laboratorio e campo, vasche di allevamento e opere di divulgazione. Il 16 ottobre, nell’atrio del quartier generale della FAO, il CREA presenterà due percorsi espositivi nell’ambito dell’exhibition “AgriTech solutions & Innovations in action” del Science and Innovation Forum 2025: una vetrina internazionale che chiama scienziati, imprese e istituzioni a misurarsi con tecnologie pronte all’uso, non solo con prototipi.
Difesa integrata e sensoristica: la filiera naturale che sostituisce la chimica
Il primo allestimento – “Una prospettiva naturale e circolare” – mette al centro un approccio di bioprotezione che riduce l’impiego di agrofarmaci senza scaricare rischi sulla resa. Estratti botanici e microrganismi benefici, anche provenienti dal riuso di scarti dell’industria agroalimentare, vengono formulati come bio–induttori: non si limitano a contrastare i patogeni, ma attivano le difese endogene della pianta sin dalla semina. È una logica che integra qualità della materia prima, salute del suolo e costi di gestione, con un occhio ai disciplinari e alla domanda dei mercati.
A supporto, il sensing prossimale: tecniche ottiche e spettroscopiche che “leggono” lo stato della coltura in pochi secondi, in campo e senza prelievi distruttivi. Azoto, stress idrico, segnali precoci di malattie: una diagnosi rapida che consente di dosare fertilizzazione e interventi con precisione, evitando sprechi e passaggi inutili. Il risultato è una gestione agronomica più fine, meno input, più tracciabilità e dati utilizzabili anche in chiave di certificazione.
Maricoltura, IA e benessere animale: la vasca diventa un laboratorio digitale
Il secondo percorso, “Un’esperienza immersiva”, porta il visitatore nelle filiere acquatiche. Sulla maricoltura mediterranea, i ricercatori mostrano come visione artificiale e algoritmi di intelligenza artificiale misurino crescita e comportamento dei pesci senza manipolazioni: immagini e flussi video vengono elaborati per stimare biomassa, uniformità dei lotti, appetito, segnali di stress. Benefici tangibili: migliore benessere animale, minori perdite di mangime, impronta ambientale ridotta e processi decisionali fondati su evidenze.
Il focus si sposta poi sotto i piedi, sul suolo, con le attività del progetto europeo SPIN-FERT e tre stazioni che parlano a sensi e mente. La prova sensoriale dei substrati aiuta a codificare parametri di qualità; il “naso elettronico” intercetta i composti organici volatili (VOC) legati ai processi biologici; “Memory Nexus” intreccia arte e scienza, trasformando l’odore della terra in esperienza emotiva, per restituire al suolo la centralità che merita nella narrazione pubblica. Perché un terreno vivo non è un fondale neutro: è capitale naturale che si rigenera, o si impoverisce, in funzione delle scelte colturali.
A chiudere il cerchio, la piattaforma BBioNets, pensata per tradurre la ricerca in conoscenza operativa: schede tecniche, casi d’uso, linee guida per agricoltori, imprese e amministrazioni che vogliono adottare pratiche circolari e misurabili. L’obiettivo è costruire una comunità di pratica in cui innovazioni biologiche, modelli economici e requisiti normativi viaggiano insieme, accelerando l’adozione su scala.
Scienza, natura e linguaggi: perché l’innovazione deve essere accessibile
La scelta di un formato espositivo e immersivo non è un vezzo curatoriale: è lo sforzo di rendere accessibili passaggi tecnici – dalla fermentazione di consorzi microbici alla spettroscopia in campo, dagli algoritmi di tracking alle metriche di welfare – a chi poi decide investimenti e protocolli. Nelle sale della FAO, il CREA porta soluzioni già testate, pronte a dialogare con partner industriali e policy maker, e progetti che allineano sostenibilità ambientale, redditività e qualità.
La sfida, del resto, è tutta qui: integrare innovazioni biologiche e digitali nei cicli produttivi reali, misurarne gli impatti, comunicare il valore in modo trasparente. Dalle foglie alla colonna d’acqua, dai VOC del suolo ai pixel di una telecamera subacquea, l’exhibition racconta come la ricerca pubblica possa diventare pratica e come il lessico dell’arte aiuti, a volte meglio dei numeri, a far passare il messaggio fondamentale: prendersi cura dei sistemi agricoli e acquatici significa prendersi cura della società che da essi dipende.
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