Api e miele: patrimonio italiano da difendere tra ricerca e biodiversità
di Redazione
24/09/2025
Il numero speciale di CREAfuturo dedicato al mondo delle api e del miele, presentato ad APIMELL, mette in evidenza un settore che è al tempo stesso eccellenza produttiva e sentinella della salute del pianeta. In Italia, la filiera apistica non è soltanto un comparto agricolo ma un laboratorio vivente di biodiversità, un sistema che unisce tradizione, ricerca e innovazione e che oggi deve affrontare sfide sempre più complesse.
Api come impollinatori e bioindicatori
La ricchezza dei mieli italiani, che riflette la varietà di climi, paesaggi e fioriture, è messa a dura prova da fattori ambientali e mercati globali poco regolamentati. L’arrivo di mieli d’importazione a basso costo, spesso privi di qualità, penalizza un comparto che in Europa occupa posizioni di vertice, mentre il cambiamento climatico riduce le fioriture e altera gli equilibri degli ecosistemi. Come ricorda il presidente CREA Andrea Rocchi, le api sono bioindicatori preziosi: la loro salute riflette quella dell’ambiente che le circonda, ed è proprio per questo che lo studio e la tutela degli insetti impollinatori diventano una priorità scientifica e politica.
Le minacce non mancano: parassiti come la Varroa, infezioni virali e batteriche, perdita di habitat, pesticidi e inquinamento rappresentano un insieme di fattori che rende sempre più fragile la sopravvivenza delle colonie. A questo si aggiunge la pressione antropica legata all’intensificazione delle attività agricole e all’urbanizzazione.
La ricerca tra innovazione e citizen science
Il CREA, attraverso il suo Gruppo di Ricerca Api, porta avanti un lavoro multidisciplinare che spazia dalla genetica alla nutrizione, dalla patologia al biomonitoraggio, fino all’ecotossicologia e allo studio degli apoidei selvatici. Una squadra di 25 professionisti, di cui 13 ricercatori, impegnata in progetti nazionali e internazionali, che supporta anche la gestione degli albi professionali istituiti dal Ministero e garantisce servizi scientifici al mondo produttivo.
Non manca l’attenzione al futuro, con la citizen science che coinvolge direttamente i cittadini nella raccolta di dati e osservazioni, creando una rete diffusa di persone consapevoli del ruolo delle api nella sicurezza alimentare. Un approccio che affianca la ricerca accademica e che rafforza il legame tra scienza e società.
L’Italia, patria della celebre Apis mellifera ligustica, vanta anche un primato poco noto: la produzione di oltre 700 mila api regine l’anno, circa un terzo dell’intera quota europea. E custodisce un’altra sottospecie unica, l’Apis mellifera siciliana, straordinariamente adattata ai climi caldi e aridi. Due risorse genetiche che rappresentano un vantaggio competitivo e scientifico, soprattutto nell’epoca del cambiamento climatico.
Articolo Precedente
Agricoltura, Coldiretti chiede lo stop al divieto di urea: “Servono regole chiare sul digestato”
Articolo Successivo
Pennette primavera
Redazione