Loading...

Sapere Food Logo Sapere Food

Bensone modenese: la ricetta di un dolce che racconta la pazienza domestica e il calore della tradizione

Redazione Avatar

di Redazione

25/11/2025

TITOLO

Il Bensone modenese appartiene a quella categoria di dolci che hanno trovato spazio nelle cucine di campagna molto prima che le torte diventassero elaborazioni da pasticceria, e proprio per questo conserva un carattere schietto, rassicurante, quasi ruvido. È uno dei simboli più riconoscibili della tradizione modenese, un pane dolce che non tenta di stupire con effetti speciali, ma che si affida alla sostanza: una frolla compatta, profumata, capace di accompagnare una tazza di latte, un bicchiere di vino amabile o una merenda improvvisata, senza perdere il suo fascino semplice.

La sua forma allungata lo distingue a colpo d’occhio, e il gesto di tagliarlo a fette spesse richiama quelle abitudini familiari che scandivano le giornate senza fretta. Nelle case modenesi, il Bensone veniva preparato con ciò che c’era, senza zuccheri eccessivi né aromi particolari, puntando su un impasto morbido ma denso, destinato a durare parecchi giorni. Ancora oggi, chi lo prepara sceglie spesso la linea della continuità, mantenendo viva un’identità gastronomica che non ha bisogno di reinventarsi per risultare attuale.

La ricetta, a prima vista, sembra quasi disarmante per quanto sia essenziale. Burro, farina, zucchero, uova e un tocco di latte: pochi elementi che si trasformano in un impasto solido, da modellare con le mani senza timori. Proprio questa manualità rende il Bensone un dolce “domestico” nel senso più autentico, perché invita a recuperare un rapporto diretto con gli ingredienti, senza attrezzi superflui. Chi lo conosce bene sa che non serve alcun perfezionismo, anzi, la sua bellezza risiede proprio nelle imperfezioni: una superficie irregolare, un profumo che invade la cucina mentre cuoce, e quella sensazione di casa che solo le ricette tramandate riescono a regalare.

Nella versione più semplice, l’impasto viene arricchito da una generosa spolverata di zucchero in superficie, che durante la cottura crea una crosticina sottile e leggermente caramellata. Molti aggiungono l’anice o la scorza di limone, ma si tratta di interpretazioni personali; la variante più conosciuta prevede la farcitura con la tradizionale mostarda modenese, una confettura scura e avvolgente preparata con il succo d’uva. Questo ripieno, capace di mantenere una nota acida e profonda, trasforma il Bensone in un dolce più ricco e morbido, perfetto per chi ama sapori intensi e radicati nel territorio.

La preparazione non richiede particolari abilità, ma è importante rispettare alcune accortezze. Il burro deve essere morbido al punto giusto, così da amalgamarsi senza creare grumi; l’impasto non va lavorato troppo, perché perderebbe quella consistenza leggermente rustica che lo caratterizza; la cottura, infine, dev’essere lenta e costante, in modo che il Bensone mantenga la sua struttura compatta senza diventare asciutto. Chi prepara questo dolce per la prima volta tende a pensare che sia pronto quando la superficie assume un colore dorato intenso, ma il vero segreto è controllare la base: se resta leggermente chiara, occorre qualche minuto in più.

Una particolarità interessante riguarda la sua conservazione. A differenza di molti dolci moderni che perdono fragranza nel giro di un giorno, il Bensone migliora nel tempo, perché l’umidità residua dell’impasto si distribuisce in modo uniforme, rendendo ogni fetta più armonica. È per questo che spesso veniva preparato in anticipo per le feste familiari, quando serviva un dolce che resistesse senza problemi e potesse essere offerto agli ospiti in qualsiasi momento.

Chi desidera rendere la ricetta più contemporanea può giocare con alcune varianti senza tradirne lo spirito. La sostituzione di una parte della farina con farina di mandorle dona un profumo delicato e una nota leggermente più morbida; un cucchiaio di miele aiuta a ottenere una dolcezza più naturale; l’uso di zucchero grezzo, invece, crea una crosticina più marcata. Tuttavia, chi vuole avvicinarsi allo stile originario farebbe bene a non discostarsi troppo dalla versione classica, perché la forza del Bensone sta proprio nella sua discrezione.

Nel panorama culinario emiliano, questo dolce conserva un ruolo affettivo che nessuna moda gastronomica è riuscita a scalfire. Non sorprende che chi lo assaggia per la prima volta lo percepisca come un ritorno al passato, anche se non ha legami diretti con la tradizione modenese. Il suo gusto asciutto ma pieno crea un senso di familiarità immediata, come se appartenesse a un patrimonio condiviso, a quelle ricette che non hanno bisogno di essere raccontate perché parlano da sole.

Preparare un Bensone modenese significa dedicarsi a un gesto semplice ma denso di significato, capace di trasformare ingredienti essenziali in qualcosa che porta con sé il sapore delle cucine antiche. Ogni fetta rappresenta un piccolo frammento di quotidianità domestica, dove la dolcezza non è mai eccessiva e ogni morso invita a rallentare, a recuperare quella dimensione sì modesta ma incredibilmente autentica che appartiene alle tradizioni più solide.

Redazione

Redazione