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Esiste davvero un “equity greenium” nell’area euro?

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di Redazione

07/10/2025

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La Banca d’Italia ha pubblicato un’analisi dedicata a un tema che negli ultimi anni ha attirato l’attenzione di investitori, accademici e policymaker: la possibilità che le strategie azionarie sostenibili offrano un rendimento diverso rispetto al mercato complessivo. Lo studio, intitolato “Esiste un equity greenium nell’area dell’euro?”, si concentra sul confronto tra i portafogli che integrano criteri ambientali, sociali e di governance (ESG) e l’andamento generale degli indici azionari europei.

Il significato di greenium e le sue componenti

Il termine equity greenium indica un eventuale differenziale di rendimento tra titoli azionari sostenibili e il resto del mercato. Questo differenziale può avere due origini: una finanziaria, legata al rischio, e una comportamentale, collegata alle preferenze degli investitori per i temi ESG. Nel primo caso si parla di risk premium, cioè della remunerazione richiesta per esposizioni a fattori di rischio specifici; nel secondo di preference premium, ossia un premio di prezzo che riflette la disponibilità degli investitori a sacrificare parte del rendimento pur di sostenere imprese considerate più responsabili.

L’indagine condotta dalla Banca d’Italia ha cercato di isolare questi due effetti, distinguendo il contributo della struttura di rischio da quello, più intangibile, delle scelte valoriali dei risparmiatori e dei gestori istituzionali.

I risultati e le implicazioni per il mercato

Dallo studio emerge che, nell’area dell’euro, un greenium esiste ma è riconducibile quasi esclusivamente a una diversa esposizione ai fattori di rischio. In altre parole, i portafogli sostenibili non mostrano un rendimento superiore grazie alla preferenza etica degli investitori, bensì per la loro composizione settoriale e per la sensibilità a variabili macroeconomiche e finanziarie. Il contributo del preference premium appare invece marginale, se non trascurabile.

Questa evidenza invita a una riflessione prudente. Se da un lato i titoli sostenibili possono offrire performance in linea con il mercato, dall’altro non si può assumere che la spinta etica o valoriale generi, da sola, un vantaggio economico tangibile. Tuttavia, la ricerca segnala anche che l’equilibrio potrebbe mutare: l’emergere di rischi legati alla transizione energetica o a shock ambientali non ancora del tutto incorporati nei prezzi potrebbe modificare la dinamica dei rendimenti, così come una maggiore attenzione da parte degli investitori istituzionali potrebbe accentuare il ruolo del preference premium.

Per il mondo finanziario, ciò significa che monitorare con continuità il rapporto tra investimenti ESG e strategie tradizionali non è soltanto un esercizio teorico, ma un modo per anticipare possibili variazioni negli equilibri dei mercati.

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