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Estate 2025: caldo intenso ma senza incremento della mortalità nelle città italiane

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di Redazione

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L’andamento dell’estate 2025, segnata da temperature più elevate rispetto al passato recente, ha prodotto un risultato che a prima vista potrebbe sorprendere: nelle città monitorate non si è registrato alcun aumento della mortalità, nonostante due ondate di calore classificate ai livelli di rischio più elevati dai sistemi di allerta nazionali. Una dinamica che invita a osservare più da vicino il funzionamento dei sistemi di prevenzione, la risposta dei servizi sanitari e il comportamento delle fasce più vulnerabili della popolazione, inserendo i dati in un contesto in cui gli estremi termici stanno diventando più frequenti.

Le ondate di calore e i risultati del monitoraggio sulla mortalità

Tra fine giugno e inizio luglio e poi a metà agosto, l’Italia è stata interessata da due ondate di calore valutate ai livelli 2 e 3 dai Sistemi HHWW, cioè le soglie oltre le quali il rischio per la salute può diventare significativo, soprattutto nei soggetti anziani o con fragilità croniche. Nonostante questo quadro, il sistema di monitoraggio SiSMG, operativo in 54 città, ha rilevato tra il 20 maggio e il 20 settembre una mortalità inferiore del 4 per cento rispetto alle attese, il valore più basso registrato negli ultimi cinque anni.

L’analisi per fasce d’età restituisce un andamento coerente: mortalità al di sotto dell’atteso tra i 65 e i 74 anni e nella classe 75-84, sia al Nord sia al Centro-Sud; solo per gli over 85 si è osservato un lieve incremento, pari al 2 per cento. Anche i dati raccolti dagli accessi ai pronto soccorso non mostrano anomalie significative, se non lievi aumenti durante i picchi più intensi di calore in alcune città.

Il quadro epidemiologico, considerato su più anni, suggerisce che il rischio di mortalità attribuibile al caldo sembri attenuarsi, con un 2025 che presenta un rischio stimato inferiore rispetto al periodo pre-pandemico e anche rispetto al triennio più recente.

Prevenzione, comunicazione e adattamento: come si costruisce una risposta efficace

Il Ministero della Salute ha rinnovato anche nel 2025 la campagna di informazione e prevenzione attraverso portale, social e numero 1500, affiancandola all’istituzione di un Tavolo di coordinamento interistituzionale per migliorare la gestione delle emergenze termiche. Accanto agli strumenti nazionali, i piani territoriali hanno continuato a garantire servizi che in molte realtà si sono ormai strutturati come parte dell’ordinaria attività di prevenzione: reti di sorveglianza, call center locali, formazione per operatori sanitari e sociali, interventi attivi rivolti a persone in maggiore vulnerabilità.

Le informazioni raccolte attraverso la survey ministeriale mostrano una copertura stabile di queste misure, con interventi che diventano più mirati man mano che vengono implementati strumenti di monitoraggio integrato della salute, capaci di individuare in modo più tempestivo le situazioni a rischio.

Il dato positivo dell’estate 2025 apre dunque una riflessione più ampia: gli effetti sanitari del caldo estremo non dipendono solo dalla temperatura raggiunta, ma anche dalla capacità delle istituzioni e delle comunità locali di attivare risposte rapide, coordinate e, soprattutto, continuative. Un aspetto che diventa ancora più rilevante considerando gli scenari climatici futuri, nei quali è prevedibile un aumento della frequenza e dell’intensità delle ondate di calore.

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