Felci, aloe e ficus: le piante che migliorano l’aria negli spazi chiusi
di Redazione
24/09/2025
Con il ritorno alla routine scolastica e lavorativa, la qualità dell’aria negli ambienti chiusi torna ad essere una delle principali preoccupazioni. Case, scuole e uffici possono accumulare polveri sottili e sostanze nocive che favoriscono stanchezza, cefalee e difficoltà respiratorie, fenomeni spesso ricondotti alla cosiddetta Sick Building Syndrome. La risposta può arrivare dal verde: alcune piante da interno, infatti, hanno proprietà documentate di assorbimento degli inquinanti e miglioramento del microclima.
I “fegati verdi” che depurano gli ambienti
La Consulta florovivaistica di Coldiretti ha lanciato l’iniziativa “Vitamina Verde” nei mercati di Campagna Amica, per sensibilizzare cittadini e famiglie sui benefici di piante e fiori. Gli esperti hanno spiegato come ogni specie possieda capacità specifiche: la felce e il fico beniamino contrastano gli effetti del fumo di sigaretta, mentre anturio e spatifillo neutralizzano l’odore pungente dell’ammoniaca contenuta nei detergenti. In uffici e studi con stampanti e fotocopiatrici, ficus e violetta africana riducono l’impatto della trielina, un solvente presente negli inchiostri. In camera da letto, invece, aloe e sansevieria sono tra le scelte più indicate, perché continuano a produrre ossigeno anche al buio.
I dati della ricerca Coldiretti–CNR
Una sperimentazione avviata nel 2022 dall’Istituto di Bioeconomia del CNR con Coldiretti ha dimostrato come l’introduzione di determinate piante negli edifici scolastici comporti una riduzione del 20% della concentrazione di CO₂ e del 15% delle polveri sottili PM2,5. Numeri che assumono un valore ancora più rilevante se riferiti ai bambini e agli adolescenti, particolarmente vulnerabili agli inquinanti indoor. I ricercatori sottolineano benefici non solo fisici, ma anche cognitivi: aria più pulita significa maggiore concentrazione, migliore rendimento scolastico e benessere generale.
Accanto agli effetti sulla salute, l’iniziativa intende valorizzare anche la filiera florovivaistica nazionale. Il comparto Made in Italy vale 3,3 miliardi di euro e garantisce standard più elevati sull’uso dei fitosanitari, oltre a prodotti freschi, profumati e non soggetti a lunghi trasporti. Una scelta, dunque, che unisce salute, sostenibilità ambientale e sostegno a un settore simbolo dell’economia agricola italiana.
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