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Il sapore dell'autunno: risotto alla zucca e pancetta, un comfort food italiano

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di Redazione

01/11/2025

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L’autunno in Italia è una stagione che profuma di terra bagnata, legna che brucia nei camini e ricette che scaldano il cuore. È in questo contesto che si inserisce il protagonista della nostra tavola: il risotto alla zucca e pancetta, piatto semplice e al tempo stesso ricco, capace di far emergere l’anima più autentica della cucina italiana. Dietro ogni forchettata si cela un gesto lento, una cura che sa di casa. Il risotto alla zucca e pancetta non si prepara in fretta: si accarezza con il mestolo, si osserva con attenzione, si ascolta nel suo sobbollire discreto. È una preparazione che invita a rallentare e a prendersi cura di sé e degli altri.

La zucca: regina d’autunno

La zucca è il cuore morbido di questo piatto. In Italia se ne trovano diverse varietà, ma per il risotto si prediligono quelle dalla polpa compatta e dolce, come la Delica o la Mantovana. La sua consistenza, una volta cotta, diventa cremosa e avvolgente, perfetta per legare i chicchi di riso e dare corpo al piatto. In cucina, la zucca è un ingrediente che non impone ma accompagna, lasciando spazio a sapori più intensi. È per questo che si abbina così bene alla pancetta croccante, creando un contrasto perfetto tra dolcezza e sapidità.

La pancetta: l’anima saporita del piatto

La pancetta, con il suo profumo deciso e la sua consistenza, rappresenta il lato più intenso del risotto. Quando viene rosolata a fuoco dolce, rilascia il suo grasso naturale e si trasforma in piccoli scrigni di sapore che esplodono al palato. L’uso della pancetta nel risotto non è solo questione di gusto: è anche un’eredità culturale. In molte cucine italiane, i salumi conservati erano fondamentali per insaporire i piatti nei mesi freddi. Oggi, con una cucina più attenta ed equilibrata, la pancetta viene dosata con misura, ma rimane un elemento imprescindibile del risotto alla zucca e pancetta.

Il riso: la base che sostiene tutto

Il riso da risotto non è un riso qualsiasi. Serve una varietà con chicchi grandi e ricchi di amido. Il Carnaroli è spesso considerato il “re del risotto”, grazie alla sua tenuta in cottura e alla capacità di assorbire i sapori. Il Vialone Nano è amato per la sua cremosità, mentre l’Arborio offre un risultato più delicato e morbido. Il riso è ciò che tiene insieme tutti gli ingredienti. Va tostato con cura, sfumato se si desidera con un vino bianco secco, e cotto lentamente con brodo caldo. In questo processo graduale, si sviluppano le texture, i profumi e le sfumature di gusto che rendono unico ogni piatto.

Il brodo: l’ingrediente invisibile che fa la differenza

Nel risotto alla zucca e pancetta, il brodo è un protagonista silenzioso. È lui che accompagna il riso lungo tutta la cottura, lo nutre, lo trasforma. Un buon brodo vegetale – preparato con carota, cipolla, sedano e magari una foglia di alloro – è spesso sufficiente per esaltare i sapori del piatto senza coprirli. Chi ama sapori più intensi può scegliere un brodo leggero di pollo o manzo, ma sempre fatto in casa o comunque privo di eccessi di sale o aromi artificiali. L'importante è che il brodo sia sempre caldo, per non interrompere la cottura del riso e per mantenere la cremosità uniforme.

La mantecatura: il tocco finale

Non c'è vero risotto senza mantecatura. Dopo che il riso ha assorbito il giusto quantitativo di liquido, viene tolto dal fuoco e lavorato con burro freddo e Parmigiano grattugiato. Questo passaggio è ciò che dona lucentezza e cremosità al piatto. La mantecatura deve essere energica ma rapida, per creare un’emulsione stabile tra amido, grassi e liquidi. Il risultato è un risotto vellutato e omogeneo, dove la zucca si fonde col riso e la pancetta si esalta nella sua croccantezza.

Abbinamenti enologici

Il risotto alla zucca e pancetta richiede un vino che sappia equilibrare dolcezza e sapidità. Un Chardonnay fresco, un Fiano di Avellino o un Soave Classico sono ideali: tutti dotati di acidità e struttura, capaci di pulire il palato senza sovrastare i sapori. Chi ama i rossi leggeri può puntare su un Pinot Nero giovane o un Lagrein, che con i loro tannini delicati offrono equilibrio e persistenza.

Aspetti nutrizionali

Il risotto alla zucca e pancetta può inserirsi in una dieta equilibrata se preparato con attenzione. La zucca è povera di calorie, ma ricca di vitamina A, potassio, fibre e antiossidanti. Favorisce la sazietà e ha proprietà depurative e digestive. La pancetta, invece, va consumata con moderazione: ricca di proteine e grassi, offre gusto intenso anche in piccole dosi. Sostituirla con versioni più magre o affumicate può aiutare chi segue un regime controllato. Il riso fornisce energia rapidamente disponibile. Per chi vuole ridurre l’impatto glicemico, si può optare per un riso integrale o inserire il piatto all’interno di un pasto più ampio e bilanciato.

Storia e origine del piatto

Le origini del risotto alla zucca e pancetta affondano le radici nella cucina contadina del Nord Italia, in particolare tra Lombardia, Veneto ed Emilia. Qui, nei mesi autunnali, la zucca diventava ingrediente centrale nella dieta quotidiana, grazie alla sua abbondanza e conservabilità. Il riso, introdotto nelle campagne lombarde già nel Medioevo, trovò in queste zone terreno fertile e diventò rapidamente protagonista delle tavole rurali. Aggiungere pancetta – spesso autoprodotta – era un modo per arricchire i piatti invernali con sapori decisi, utilizzando gli scarti della lavorazione del maiale. Nel tempo, questa ricetta si è evoluta e raffinata, trovando posto anche nei menù dei ristoranti e nelle cucine gourmet, senza perdere però il suo carattere familiare e autentico.

Tecniche di presentazione e impiattamento

Anche l’occhio vuole la sua parte. Il risotto alla zucca e pancetta, con il suo colore caldo e i contrasti di consistenza, si presta a impiattamenti eleganti ma semplici. La chiave è la pulizia e l’armonia visiva. Per un effetto da ristorante, si può utilizzare un anello da cucina per dare forma al risotto e disporlo in modo ordinato al centro del piatto. Sopra, si aggiungono con cura i cubetti croccanti di pancetta, alcune fette sottili di zucca arrostita o una coulis di zucca setacciata per creare movimento cromatico. Una fogliolina di rosmarino fresco, qualche goccia d’olio extravergine a crudo e una spolverata sottile di Parmigiano completano il piatto con eleganza. Il risultato? Un risotto che invita al primo assaggio anche prima di sentirne il profumo.

Varianti regionali e influenze gastronomiche

Il risotto alla zucca e pancetta si presta a numerose variazioni a seconda della zona e della fantasia del cuoco. In Emilia Romagna, ad esempio, si tende a valorizzare la pancetta con aggiunta di Parmigiano Reggiano stagionato, mentre in Veneto si predilige un tocco di noce moscata per esaltare il profumo della zucca. Alcune varianti includono l’uso di formaggi morbidi come il Taleggio o il Gorgonzola per donare cremosità e un gusto più deciso. In Piemonte, dove la cucina è influenzata da tradizioni alpine, si può aggiungere una spruzzata di vino Barolo durante la cottura per arricchire il sapore. L’influenza della cucina moderna ha portato anche all’introduzione di elementi come la pancetta croccante glassata al miele o una spolverata di semi di zucca tostati per un effetto crunch sorprendente.

Un piatto che parla d’amore e stagioni

Il risotto alla zucca e pancetta è più di una ricetta: è una coccola servita in un piatto, un modo di prendersi cura degli altri attraverso il cibo. È la tradizione che si rinnova, il profumo dell’autunno che entra in cucina, il piacere della lentezza. Ogni volta che si prepara, si racconta una storia. E ogni storia ha il suo sapore, il suo profumo, il suo calore.
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