“Lo scambio infinito”: al MAXXI un viaggio nel valore della moneta tra filosofia, arte e innovazione
di Redazione
24/11/2025
Il dibattito pubblico sulla moneta si concentra spesso sul suo funzionamento tecnico, sulle regole che ne governano la circolazione o sulle implicazioni economiche che ne derivano. Raramente, invece, viene esplorato ciò che sta a monte: la dimensione simbolica che sostiene l’idea stessa di valore e di fiducia. Il ciclo di incontri “Lo scambio infinito”, promosso dal MUDEM – Museo della Moneta della Banca d’Italia – insieme al MAXXI di Roma, nasce per riportare questi temi in un contesto culturale ampio, capace di intrecciare discipline lontane e linguaggi differenti. Dal 13 novembre al 5 dicembre 2025, nella sede del museo romano, tre appuntamenti offriranno altrettante occasioni per interrogarsi su come la moneta abbia accompagnato l’evoluzione della società occidentale, assumendo forme e significati che vanno ben oltre la sua funzione economica.
Filosofia ed economia: la moneta come infrastruttura sociale
Il ciclo si apre giovedì 13 novembre alle 18.30 con “Nel segno della moneta: filosofia ed economia”. Dopo i saluti istituzionali di Maria Emanuela Bruni, presidente della Fondazione MAXXI, e di Giovanni Iuzzolino per la Banca d’Italia, il filosofo Maurizio Ferraris guiderà il pubblico attraverso un ragionamento che interseca pragmatica e costruzione simbolica.
Ferraris, che da anni indaga il rapporto tra documenti, fiducia e istituzioni, proporrà una lettura della moneta come infrastruttura sociale prima ancora che come strumento di scambio: un oggetto che funziona perché esiste un patto condiviso, invisibile ma potentissimo, che lega le persone in una rete di reciprocità. Un approccio che supera la visione tecnicistica della moneta e la restituisce alla sua natura culturale, con ricadute che toccano tanto la vita economica quanto la coesione delle comunità.
Quando il valore diventa linguaggio: economia e arte a confronto
Mercoledì 26 novembre, l’appuntamento “Moneta e arte: l’enigma del valore” accoglie un dialogo tra l’economista Guido Maria Brera e l’artista Cesare Pietroiusti. Sarà un confronto tra due mondi che raramente si parlano, ma che condividono una domanda essenziale: che cosa conferisce valore a un’opera, a un titolo finanziario, a un bene immateriale?
Brera offre l’analisi dei mercati, dei meccanismi di formazione dei prezzi e delle dinamiche che guidano la finanza contemporanea; Pietroiusti porta invece la prospettiva dell’artista che da anni indaga il rapporto tra creatività, scambio e produzione di senso. È un incontro che promette di evidenziare le zone d’ombra, i paradossi e gli slittamenti di significato che accomunano due sistemi apparentemente distanti ma attraversati dalla stessa fragilità: la dipendenza dall’opinione, dalle aspettative e dal giudizio collettivo.
La moneta digitale e il futuro della fiducia pubblica
Il ciclo si conclude il 5 dicembre con “Dall’oro al digitale: l’innovazione, la tecnologia, la finanza”, una conversazione che affronta il passaggio più delicato della storia recente della moneta. La Vice Direttrice Generale della Banca d’Italia, Chiara Scotti, dialogherà con la giornalista Barbara Carfagna sulle trasformazioni introdotte dalla digitalizzazione e sulle prospettive dell’euro digitale.
Si parlerà di come cambia la fiducia quando la moneta perde definitivamente la sua forma fisica, di quali garanzie possano sostituire l’immutabilità dell’oro e di come le banche centrali intendano presidiare un territorio sempre più popolato da valute private e sistemi di pagamento globali. Un’occasione per osservare il delicato equilibrio tra innovazione, sicurezza e interesse pubblico.
Un museo che si apre al Paese
“Lo scambio infinito” rappresenta inoltre l’inizio di un percorso itinerante che porterà il MUDEM in alcune delle principali istituzioni culturali italiane, fino alla futura apertura al pubblico della sede romana del museo. Un segno della volontà di restituire la moneta al suo ruolo culturale, come elemento che attraversa storia, tecnologia, arte e comportamenti collettivi, e che merita un luogo capace di raccontarne la complessità.
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