Mandorlo e biodiversità: il germoplasma come leva di sviluppo
di Redazione
09/10/2025
Il mandorlo pugliese è una storia di adattamento e di ingegno agricolo, scritta tra muretti a secco e venti di scirocco. Ad Agrilevante 2025 il CREA Agricoltura e Ambiente (sede di Bari) porta sul palco questa storia con i risultati del progetto REGEFRUP 2.1, dedicato al recupero e alla valorizzazione delle varietà frutticole autoctone, con un focus specifico sul mandorlo. Poster scientifici, una mostra pomologica e una degustazione guidata aprono al pubblico – tecnici e curiosi – la “cassetta degli attrezzi” della ricerca: misurazioni, osservazioni agronomiche, analisi sensoriali, fino al consumer test finale per misurare preferenze e percezioni.
Dalla banca del germoplasma al campo: ciò che serve davvero agli agricoltori
Il cuore del progetto è il germoplasma: una riserva di diversità genetica capace di offrire risposte precise a stress biotici e abiotici. La squadra CREA ha catalogato e caratterizzato accessioni tradizionali – dalla precocità di fioritura alla resistenza alla siccità, dall’efficienza d’uso dell’acqua all’attitudine alla potatura meccanica – trasformando la biodiversità in informazione operativa. È qui che l’agronomia incontra l’economia: conoscere la curva produttiva, la stabilità nel tempo, le esigenze nutrizionali e idriche di ogni varietà consente di impostare impianti resilienti, con costi sotto controllo e rese più regolari.
Il lavoro si vede: schede varietali fruibili, protocolli di gestione mirati, indicazioni per l’innesto e per il controllo integrato delle principali avversità. Non mancano i riferimenti alla filiera: calibratura del seme, resa alla sgusciatura, profilo aromatico, shelf life. Perché valorizzare la biodiversità significa anche costruire mercati per prodotti differenziati – mandorle da pasticceria a elevata resa in farina, cultivar più adatte alla confetteria, tipologie con note aromatiche che interessano l’alta ristorazione.
Mostra pomologica e degustazione: quando scienza e gusto si stringono la mano
La mostra pomologica di Agrilevante è il passaggio da laboratorio a banco di assaggio. Formati diversi, gusci più o meno legnosi, pellicine con tannini più o meno marcati, consistenze che cambiano con tostatura e tempi di conservazione: un catalogo vivo che racconta gli ecotipi pugliesi. La degustazione guidata non è un rituale accessorio: è lo strumento che collega parametri analitici (oli, zuccheri, composti volatili) con la percezione sensoriale. Il consumer test che chiude l’esperienza aiuta a capire quali profili convincono i consumatori e su quali varietà puntare per i diversi canali, dall’industria dolciaria alla vendita diretta.
Il progetto, in definitiva, rimette al centro la biodiversità come capitale produttivo e non come reliquia. Nel clima mediterraneo che cambia, con estati più lunghe e risorse idriche intermittenti, avere a disposizione una “libreria” di caratteri adattativi è la migliore assicurazione sul futuro. È anche un’opportunità culturale e territoriale: paesaggi agrari riconoscibili, filiere corte, identità gastronomica. Selezione assistita dove serve, conservazione in situ dove possibile, trasferimento tecnologico sempre: è questa la traiettoria che dal germoplasma arriva al campo e, da lì, ai mercati.
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