Marche, economia in leggera ripresa ma con segnali contrastanti
di Redazione
11/11/2025
L’aggiornamento congiunturale diffuso dalla Banca d’Italia per la regione Marche mostra un quadro ancora fragile, seppure con alcuni elementi di miglioramento. Nel primo semestre del 2025, l’attività economica regionale è aumentata dello 0,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, in linea con la media nazionale. Un risultato che, pur modesto, interrompe la tendenza negativa emersa nel 2023, segnalando un lento ritorno alla stabilità. L’indicatore Regio-coin ha evidenziato valori positivi, anche se il secondo trimestre ha mostrato un indebolimento del ritmo di crescita.
Industria in difficoltà, costruzioni e turismo sostengono il territorio
Il comparto industriale resta il punto debole dell’economia marchigiana. Il calo della produzione, iniziato nel 2023, è proseguito nel 2025, pur attenuandosi. Le difficoltà riguardano in particolare i settori tradizionali, come la moda e il calzaturiero, che continuano a risentire del rallentamento della domanda interna e dell’incertezza dei mercati esteri. Le esportazioni hanno subito un’ulteriore flessione, aggravata dalle tensioni geopolitiche e dalle politiche commerciali internazionali, soprattutto statunitensi.
Diverso il quadro per le costruzioni, dove l’attività rimane sostenuta, anche se in rallentamento dopo il picco legato ai bonus edilizi. I lavori pubblici finanziati dal PNRR e gli interventi di ricostruzione post-sisma hanno garantito continuità al settore, compensando il calo della manutenzione straordinaria nelle abitazioni private.
Nel terziario il bilancio è nel complesso positivo: turismo e servizi legati all’accoglienza mostrano buone performance, con un incremento delle presenze e una forte componente straniera. Il traffico passeggeri dell’aeroporto di Ancona è cresciuto, mentre i porti di Ancona e Falconara hanno registrato una contrazione nei volumi di merci movimentate.
Occupazione stabile e credito in lieve miglioramento
L’occupazione regionale è aumentata in misura analoga a quella nazionale, trainata dalle costruzioni e dai servizi legati al commercio e alla ristorazione. La componente autonoma ha contribuito in modo significativo, mentre il tasso di disoccupazione è rimasto stabile, su livelli più bassi rispetto alla media italiana. Le ore di Cassa Integrazione Guadagni sono aumentate, in particolare nel sistema moda, riflettendo le difficoltà di un comparto ancora sotto pressione.
Il credito alle imprese continua a contrarsi, ma con intensità molto inferiore rispetto al 2024; la riduzione interessa soprattutto le aziende di piccole dimensioni, mentre la domanda di prestiti mostra timidi segnali di ripresa. Per le famiglie, invece, la tendenza è opposta: i mutui immobiliari sono cresciuti in modo significativo, favoriti da tassi più bassi e condizioni di accesso più favorevoli. Anche il credito al consumo rimane in espansione, trainato dalla componente non finalizzata.
La qualità del credito resta solida, con un flusso di prestiti deteriorati in lieve calo e un livello complessivamente elevato di stabilità finanziaria. I depositi bancari mostrano un andamento differenziato: in calo per le imprese, compensato in parte dall’aumento dei depositi vincolati, e in crescita per le famiglie, che rafforzano la propria posizione finanziaria attraverso risparmi e investimenti in titoli.
Articolo Precedente
Sicilia, economia in espansione: crescita dell’1,1% nel primo semestre 2025
Redazione