Mercosur, Coldiretti all’attacco: “Senza reciprocità si mette a rischio il cibo europeo”
di Redazione
04/11/2025
Dal confronto tra il presidente di Coldiretti Ettore Prandini e il Commissario europeo al Commercio Maroš Šefčovič, tenutosi a Roma presso la sede del Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare (Masaf), non sono arrivate le risposte che il mondo agricolo italiano attendeva da tempo. L’incontro, a cui ha partecipato anche il ministro Francesco Lollobrigida, aveva come obiettivo quello di ottenere garanzie sulla reciprocità nell’accordo Ue-Mercosur, ritenuta da Coldiretti condizione imprescindibile per difendere la filiera agroalimentare italiana ed europea.
Il principio di reciprocità e il nodo dei controlli
“Non siamo contrari agli accordi commerciali in sé – ha chiarito Prandini – ma questo, così com’è, non tutela l’agricoltura europea”. Il presidente di Coldiretti ha denunciato una situazione che rischia di aggravare la concorrenza sleale e di esercitare una forte pressione al ribasso sui prezzi, oltre a esporre i cittadini europei a rischi sanitari dovuti alla mancanza di uniformità negli standard produttivi.
Il principio di reciprocità, ovvero l’obbligo di rispettare le stesse regole ambientali, sanitarie e sociali per i prodotti importati e quelli europei, rimane il fulcro della contestazione. “Non si può accettare che arrivino alimenti da Paesi dove sono consentite pratiche vietate in Europa”, ha aggiunto Prandini, ricordando che i controlli attuali coprono appena il 3% delle importazioni, un dato che evidenzia l’insufficienza di un sistema lasciato alle decisioni dei singoli Stati membri.
A rendere la questione ancora più anacronistica è la storia stessa dell’accordo con il Mercosur, negoziato quasi vent’anni fa, quando l’agroalimentare veniva ancora trattato come merce di scambio. “Oggi – ha osservato Prandini – il cibo è un elemento strategico per l’identità, la salute e la sovranità economica dell’Europa, e non può essere sacrificato sull’altare del commercio globale”.
Tra dazi e geopolitica: le nuove sfide del Made in Italy
Oltre al Mercosur, Coldiretti ha posto sul tavolo anche altri due dossier che stanno mettendo in difficoltà il comparto agroalimentare italiano: i dazi della Cina sul settore suinicolo e le tensioni commerciali con gli Stati Uniti. Sul fronte americano, le misure introdotte nei mesi scorsi stanno già producendo effetti visibili. Secondo un’analisi Coldiretti su dati Eurostat, le esportazioni di vino verso gli Usa sono diminuite del 18% a settembre (dopo il -30% di agosto), mentre i cali più pesanti hanno riguardato l’olio extravergine d’oliva (-62%), i derivati del pomodoro (-36%) e la pasta (-21%).
Per Coldiretti, serve un intervento immediato di Bruxelles a difesa del Made in Italy. La questione, oltre che economica, è politica e strategica: gli Stati Uniti restano il primo mercato extra-Ue per l’export agroalimentare nazionale, e un approccio sbagliato potrebbe compromettere interi settori produttivi.
Secondo un’indagine Coldiretti/Censis, l’81% degli italiani chiede che la Commissione europea rinegozi con Washington per ottenere esenzioni sui dazi, in particolare per i settori chiave come vino e olio. Un segnale che evidenzia come l’opinione pubblica italiana chieda una politica commerciale europea più attenta ai produttori, più coraggiosa e meno dipendente dalle logiche tecnocratiche.
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