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Merenda a scuola: 4 studenti su 10 scelgono i distributori automatici

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di Redazione

04/09/2025

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Quattro alunni su dieci in Italia acquistano regolarmente merendine, snack confezionati e bevande zuccherate dai distributori automatici presenti negli istituti scolastici. Un’abitudine diffusa che solleva serie preoccupazioni sul piano della salute e della crescita, come dimostrano numerose ricerche scientifiche che collegano il consumo eccessivo di cibi ultra-processati con obesità infantile, disturbi metabolici e scarsa qualità nutrizionale della dieta. L’indagine Coldiretti/Ixè, presentata a Udine in occasione del Manifesto per l’Educazione Alimentare nelle Scuole, ha acceso i riflettori su un fenomeno che riguarda direttamente le nuove generazioni e che chiama in causa famiglie, istituzioni scolastiche e sistema sanitario.

Mense scolastiche tra promesse e contraddizioni

Le mense dovrebbero rappresentare un presidio educativo e nutrizionale, ma spesso finiscono al centro di polemiche per la qualità dei pasti serviti. Nonostante i criteri ambientali minimi fissati dalla normativa nazionale, in molti refettori gestiti da grandi appalti continuano ad arrivare prodotti industriali di bassa qualità: bastoncini di pesce ricchi di panatura e additivi, polpette preparate con carni ricostituite, purè liofilizzato e dessert confezionati carichi di zuccheri e grassi vegetali raffinati. Il dato più preoccupante è che soltanto un genitore su tre si dichiara soddisfatto del servizio, mentre la spesa media per il pasto scolastico supera gli 80 euro al mese per ogni figlio. Un costo rilevante che non sempre corrisponde a un’offerta nutrizionalmente adeguata.

Snack e bevande nelle scuole: un mercato in crescita

Se la mensa presenta criticità, ancora più invasivo risulta il ruolo dei distributori automatici. Secondo la Fondazione Aletheia, in oltre tre quarti dei casi analizzati prevalgono snack dolci o salati, mentre la frutta fresca e lo yogurt non raggiungono complessivamente il 3%. Una fotografia che mostra quanto lo “junk food” abbia conquistato spazio nell’alimentazione scolastica quotidiana. Coldiretti ha chiesto un intervento immediato, sottolineando come le scelte alimentari dei più giovani non possano essere lasciate esclusivamente alla logica di mercato delle macchinette. Servono progetti di educazione alimentare, ambienti scolastici capaci di proporre alternative salutari e un impegno condiviso per non compromettere il futuro delle nuove generazioni.
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