Non di solo pane: cereali e colture industriali tra ricerca, biodiversità e nuove sfide
di Redazione
07/10/2025
Il nuovo numero di CREAfuturo mette al centro i grandi protagonisti dell’agricoltura italiana – dai cereali alle cosiddette colture industriali – raccontando come ricerca e innovazione possano guidare la filiera verso un futuro più resiliente, sostenibile e competitivo. Dal grano al mais, dal riso alla patata, passando per legumi, pomodoro, canapa e rucola, si delinea un panorama ampio in cui la biodiversità diventa la chiave per affrontare i cambiamenti climatici e le sfide dei mercati globali.
Il grano tra storia e innovazione
Il CREA Cerealicoltura e Colture Industriali (CREA-CI), erede scientifico del lavoro pionieristico di Nazareno Strampelli, concentra oggi i propri sforzi sul miglioramento genetico e sulla tutela delle varietà tradizionali. Il grano viene studiato nella sua biodiversità, dalle forme selvatiche fino agli incroci più moderni, per ottenere varietà più produttive e resistenti.
A fianco delle tecnologie più avanzate – dalle TEA ai sistemi diagnostici digitali – emergono soluzioni insolite come il “naso elettronico” contro la fusariosi o il fiuto del cane Cheope per individuare patogeni come la Tilletia indica. Un approccio multidisciplinare che non si limita al campo, ma segue la filiera fino ai consumatori, con farine innovative e persino birre di frumento. Interessante anche la collaborazione internazionale: un team CREA sta supportando l’Egitto nel potenziamento della propria cerealicoltura.
Mais, riso e colture industriali: tra biodiversità e sostenibilità
Per il mais, la banca del germoplasma del CREA rappresenta un patrimonio genetico fondamentale per creare varietà capaci di resistere a siccità e stress ambientali. Parallelamente, la Rete nazionale di confronto varietale, attiva da oltre mezzo secolo, continua a testare nuovi ibridi per individuare i più adatti ai diversi territori italiani.
Il riso si gioca la partita della sostenibilità, con sperimentazioni di risaie agroecologiche e varietà migliorate per ridurre l’impatto ambientale. Lo stesso discorso vale per altre colture come orzo e avena, protagoniste di nuove ricerche.
Ampio spazio viene dato anche a patate, legumi e pomodoro da industria, settori strategici per il rilancio delle filiere italiane. La canapa, infine, si conferma coltura dalle molteplici potenzialità: dai farmaci innovativi alle applicazioni nutraceutiche, passando per la tracciabilità varietale attraverso il “passaporto molecolare”.
Dalla memoria storica alla scuola
Non manca lo sguardo al passato, con la storia di Ottavio Munerati, padre della bieticoltura moderna, né quello rivolto all’educazione, con il progetto “Nutriamo il futuro!” pensato per portare la scienza del CREA nelle scuole primarie. A completare il quadro ci sono rubriche e interviste che mettono in rete ricerca, impresa e giovani agricoltori, a conferma di come la conoscenza possa diventare motore di sviluppo condiviso.
Articolo Precedente
Esiste davvero un “equity greenium” nell’area euro?
Articolo Successivo
From Seeds to Foods: il CREA protagonista alla prima esposizione globale FAO
Redazione