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Reti da pesca intelligenti: una nuova rotta digitale per la Flotta Italia

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di Redazione

17/11/2025

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La trasformazione digitale approda ufficialmente anche nel settore ittico italiano, con un progetto che punta a ridurre l’impatto delle attività di pesca e a migliorare la tutela degli ecosistemi marini. Nel corso di un workshop organizzato al Villaggio contadino di Bologna, Coldiretti Pesca ed Elica hanno presentato le nuove reti da pesca intelligenti, una tecnologia sviluppata per coniugare innovazione, sostenibilità e qualità del pescato. Un passo che vuole accompagnare l’intero comparto verso un modello più efficiente e rispettoso del mare, in un momento in cui le risorse ittiche e le condizioni di lavoro in mare risentono sempre più degli effetti del cambiamento climatico.

Sensori a bordo delle reti: come cambia il lavoro dei pescatori

Le reti digitali rappresentano un’evoluzione radicale del modo di operare in mare. I sensori installati lungo la struttura dei manufatti permettono una comunicazione costante con le imbarcazioni, restituendo ai pescatori informazioni in tempo reale sul contenuto delle catture. Non si tratta soltanto di un supporto tecnologico utile a ottimizzare il lavoro, ma di uno strumento che permette di limitare gli impatti indesiderati, individuando immediatamente la presenza di specie protette o non volute, così da evitare catture accidentali e ridurre gli sprechi.

Questa forma di “pesca di precisione”, spesso paragonata ai metodi dell’agricoltura 4.0, offre inoltre un monitoraggio continuo dei fondali e della biomassa marina, aiutando l’equipaggio a prevenire manovre errate, a evitare ostacoli e a ridurre possibili danni alle reti dovuti a correnti o asperità del terreno marino. La raccolta dei dati oceanografici, combinata con software avanzati, consente di pianificare al meglio le uscite, diminuire il consumo di carburante e migliorare l’efficienza energetica complessiva.

Una sperimentazione che guarda al futuro della pesca italiana

La sperimentazione delle reti digitali partirà all’inizio del prossimo anno e coinvolgerà le principali tipologie di pesca: strascico, circuizione e volanti. Per Coldiretti Pesca, questa innovazione rappresenta molto più di un semplice aggiornamento tecnologico. È la conferma che il settore vuole affrontare con determinazione le sfide ambientali, senza rinunciare al suo ruolo economico e sociale, che per l’Italia significa quasi 12mila imbarcazioni e oltre 30mila addetti.

Il progetto punta a ridurre le catture indesiderate, a migliorare la qualità del pescato e a ridurre l’impatto delle attività sul mare. Ma soprattutto intende restituire centralità al lavoro dei pescatori, offrendo strumenti che aiutino a proteggerli da rischi crescenti e a valorizzare la loro competenza in un contesto climatico sempre più imprevedibile.

Secondo Coldiretti Pesca, questa è una “vera rivoluzione” capace di ridefinire il rapporto tra tecnologia e mare. Un percorso che potrebbe diventare uno dei modelli più avanzati in Europa e che testimonia come l’innovazione, se ben diretta, possa essere un alleato prezioso nella difesa del patrimonio marino nazionale.

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