S. Antonio: la Fattoria Italia tra tradizione, biodiversità e sfide future
di Redazione
26/09/2025
La festa di Sant’Antonio Abate, patrono degli animali, riporta ogni anno al centro dell’attenzione il legame profondo tra l’uomo e il mondo animale. A Piazza San Pietro, così come in molte comunità rurali e cittadine italiane, si rinnova la tradizione della benedizione del bestiame e degli animali domestici, un rito che unisce spiritualità, cultura e consapevolezza economica. Coldiretti e l’Associazione Italiana Allevatori hanno trasformato l’occasione in una vetrina nazionale, mostrando l’enorme ricchezza della zootecnia italiana, che conta circa 20 milioni di esemplari tra bovini, ovini e suini, senza dimenticare cavalli, conigli e pollame.
I numeri fotografano un comparto centrale per l’agricoltura italiana: 5,8 milioni di bovini, 5,6 milioni di pecore e capre, 8 milioni di maiali, 11 milioni di conigli e 150 milioni di polli, ai quali si sommano mezzo milione di cavalli e asini. La zootecnia non rappresenta soltanto una riserva alimentare e produttiva, ma anche una forza economica che vale circa il 35% dell’intero settore agricolo nazionale. La filiera dal campo alla tavola genera un fatturato di 55 miliardi di euro e dà lavoro a circa 800mila persone, con un impatto decisivo sulla coesione sociale e sul presidio ambientale di vaste ar
La biodiversità come identità culturale
Accanto alla dimensione economica c’è quella identitaria. L’Italia è leader europeo per biodiversità faunistica, con oltre 58mila specie censite. Le razze autoctone esposte nella Fattoria di Piazza San Pietro raccontano questa ricchezza: la capra girgentana dalle corna elicoidali, la Pezzata rossa italiana, il cavallo romano o l’asino dell’Amiata sono simboli di un patrimonio che Coldiretti e Aia tutelano attraverso progetti come Leo, che coinvolge decine di razze bovine, ovine e caprine in attività di ricerca e conservazione.
Minacce e prospettive
Il quadro positivo è però accompagnato da criticità. I cambiamenti climatici hanno già provocato danni stimati in 9 miliardi di euro nel 2024, le malattie introdotte da importazioni poco controllate e la proliferazione della fauna selvatica mettono a rischio gli allevamenti, mentre i costi di produzione elevati e i prezzi all’origine troppo bassi rendono fragile la sostenibilità economica delle aziende. A queste difficoltà si aggiunge il dibattito sulla carne e il latte sintetici, visti dagli allevatori come una minaccia alla filiera tradizionale.
La festa di Sant’Antonio, con la sua miscela di sacro e profano, diventa così anche un momento di riflessione collettiva: celebrare gli animali significa riconoscere il valore di un settore che intreccia cultura, economia e ambiente, e che oggi più che mai necessita di politiche capaci di garantire futuro e continuità.
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