Strumenti finanziari tokenizzati: la Banca d’Italia richiama l’urgenza di nuove statistiche per governare la trasformazione digitale
di Redazione
26/11/2025
La Banca d’Italia ha reso pubblico un nuovo approfondimento della serie “Mercati, infrastrutture, sistemi di pagamento”, dedicato ai profondi cambiamenti che la tokenizzazione degli strumenti finanziari sta generando nei sistemi economici. Il documento, dal titolo “Le statistiche sugli strumenti finanziari tokenizzati: una sfida per le banche centrali”, analizza il ruolo sempre più centrale della tecnologia a registri distribuiti (DLT) e la necessità di dotarsi di strumenti statistici adeguati per seguirne l’evoluzione.
L’orizzonte entro cui si colloca l’analisi è quello di un settore che avanza a ritmo accelerato e che sta ridisegnando modelli consolidati di scambio e gestione dei prodotti finanziari. La creazione, la circolazione e la custodia degli asset attraverso infrastrutture basate su blockchain mettono in discussione i paradigmi tradizionali e introducono esigenze nuove sul fronte regolamentare e di monitoraggio.
Un mercato in crescita rapida e ancora poco osservabile
Tra le applicazioni più rilevanti della tecnologia DLT, la tokenizzazione degli strumenti finanziari – o asset tokenization – si colloca oggi tra le aree considerate dagli operatori come più promettenti sotto il profilo industriale e di investimento. Titoli obbligazionari, azioni, quote di fondi, strumenti di debito e perfino beni reali possono essere suddivisi, rappresentati e scambiati sotto forma di token digitali, aprendo a una potenziale democratizzazione dell’accesso ai mercati e a nuove forme di liquidità.
Tuttavia, questa espansione non è accompagnata da una struttura di raccolta dati e osservazione comparabile a quella dei mercati regolamentati. La scarsa regolamentazione internazionale, la presenza di molteplici piattaforme di scambio decentralizzate e l’assenza di sistemi centralizzati di negoziazione e regolamento determinano un contesto nel quale è difficile definire quantità, flussi e natura degli strumenti in circolazione.
Per le banche centrali, tradizionalmente responsabili della produzione di statistiche ufficiali e strumenti analitici essenziali alle politiche monetarie e alla vigilanza finanziaria, questa lacuna rappresenta un rischio concreto: la progressiva perdita di informazioni fondamentali sui mercati e sugli intermediari più innovativi.
La necessità di un nuovo quadro statistico e un possibile percorso comune
Il documento propone una riflessione sulle definizioni e sugli elementi da monitorare, prendendo come riferimento anche l’esperienza maturata nel campo delle cripto-attività. L’obiettivo è individuare i punti di maggiore criticità nel reperimento dei dati e delineare le possibili linee guida per una data gaps initiative dedicata, che possa consentire una lettura più chiara e uniforme delle trasformazioni in corso.
Disporre di statistiche armonizzate significa, per la Banca d’Italia e per le autorità di vigilanza, poter sostenere con maggiore consapevolezza scelte cruciali in materia di:
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stabilità finanziaria e prevenzione dei rischi sistemici;
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tutela della clientela e trasparenza degli strumenti digitalizzati;
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supervisione delle infrastrutture di pagamento e dei servizi associati;
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valutazione degli impatti sulla politica monetaria.
In assenza di una cornice informativa adeguata, gli strumenti tradizionali rischiano di perdere efficacia proprio mentre il mercato accelera verso modelli sempre più digitalizzati.
L’interesse crescente attorno agli asset tokenizzati non riguarda soltanto il settore privato, ma coinvolge direttamente istituzioni pubbliche e banche centrali, chiamate a riformulare metodologie e procedure consolidate. Il tema della misurazione e della qualità dei dati diventa quindi un terreno fondamentale su cui si giocherà la capacità di governare la nuova fase della finanza digitale.
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