Tagliare un mango: tecnica, manualità e attenzione alla maturazione del frutto
di Redazione
25/11/2025
Tagliare un mango sembra un gesto semplice, eppure chi ha provato almeno una volta a portare questo frutto in tavola si è accorto che la sua struttura interna, con un nocciolo largo e piatto, richiede un approccio preciso. Il mango, quando è maturo al punto giusto, ha una polpa morbida e succosa che si presta a diverse preparazioni, ma proprio la sua consistenza rende necessario un taglio che non la schiacci e non la rovini. A questo si aggiunge la buccia liscia e spesso scivolosa, che chiede una presa salda e qualche accortezza per essere rimossa senza perdere polpa. Tagliare un mango, quindi, non è soltanto una questione di tecnica, ma anche di sensibilità verso il frutto: la maturazione, la scelta del coltello e il modo in cui si maneggiano le due metà influenzano il risultato finale e persino l’esperienza del consumo.
Riconoscere il mango maturo e preparare la postazione di lavoro
Il primo passo non riguarda il taglio, ma la capacità di distinguere un mango pronto da uno ancora acerbo. La buccia non deve necessariamente essere uniforme: alcune varietà mantengono sfumature verdi anche quando sono perfettamente mature. È più utile affidarsi al tatto: il frutto deve cedere leggermente sotto la pressione delle dita, senza risultare molle. Un mango acerbo opporrà troppa resistenza, mentre uno troppo maturo tenderà a rompersi già nella fase di incisione.
Una volta scelto il frutto, è utile predisporre un piano di lavoro stabile, un coltello a lama liscia ben affilato, un tagliere che non scivoli e una ciotola in cui raccogliere la polpa tagliata. Se il mango è particolarmente succoso, un panno da cucina aiuta a mantenere la presa più sicura, evitando che il frutto scivoli durante la lavorazione.
Individuare la posizione del nocciolo: il gesto che fa la differenza
Il nocciolo del mango non è centrale come quello delle pesche né tondo come quello delle albicocche: ha una forma ovale e appiattita, larga e rigida. L’abilità di tagliare correttamente il frutto dipende dal riuscire a individuarlo senza dover ricorrere a tentativi successivi che rischiano di impoverire le fette.
Il modo più efficace è osservare il frutto frontalmente e individuare la parte leggermente più schiacciata. Da quel lato passa il nocciolo. Appoggiato il mango sul tagliere, basta posizionare la lama a un centimetro circa dalla linea immaginaria centrale e tagliare verso il basso con un unico movimento deciso, lasciando che la lama scivoli contro il nocciolo. Se si incontra resistenza, basta spostarsi leggermente verso l’esterno. Il mango si aprirà così in due metà principali, dette “guance”, che contengono quasi tutta la polpa.
Tagliare le “guance”: il metodo a cubetti e la tecnica a ventaglio
La parte più conosciuta della lavorazione del mango riguarda le guance. Una volta staccate dal nocciolo, si appoggiano sul tagliere con la polpa rivolta verso l’alto e si incide la superficie formando una griglia, facendo attenzione a non tagliare la buccia. La profondità del taglio è importante: troppo superficiale non consentirà di separare bene i cubetti, troppo profondo rischierà di compromettere la struttura della buccia.
Dopo aver creato la griglia, con un gesto leggero si spinge la buccia dal lato opposto, facendo “fiorire” il mango, che si aprirà come un ventaglio. A quel punto i cubi si possono staccare con un cucchiaio oppure con la lama, se si preferisce una precisione maggiore. Questo metodo è perfetto quando il mango va servito fresco, in insalata o in macedonia, perché offre una presentazione ordinata e permette di mantenere la polpa integra.
Esiste poi la tecnica a ventaglio senza cubettatura: dopo aver inciso le guance con tagli paralleli, si estraggono le fette con un cucchiaio e si dispongono nel piatto mantenendo la curvatura naturale del frutto. È un’opzione molto apprezzata quando il mango accompagna piatti salati, come tartare di pesce o carni bianche speziate.
Recuperare la polpa attorno al nocciolo: una parte da non sprecare
Dopo aver tagliato le guance rimane la sezione centrale, quella in cui è incastonato il nocciolo. Anche qui si nasconde polpa preziosa. Tenendo saldamente il pezzo con le mani, si eseguono tagli verticali lungo i lati del nocciolo, ottenendo due strisce sottili che possono essere sbucciate con un coltello o con un pelapatate. Questa parte della polpa è spesso più fibrosa, ma ha un sapore intenso ed è perfetta per frullati, salse, chutney o per arricchire uno yogurt.
Se il mango è particolarmente maturo, la rimozione della buccia può essere più complessa: in questo caso basta incidere la base del frutto e, con pollice e indice, staccare la buccia come se fosse una scorza morbida.
Quando usare un mango tagliato in modi diversi
La forma che si dà al mango dipende molto dalla ricetta. I cubetti sono ideali per insalate, piatti freddi o composte veloci. Le fette sottili, tagliate a ventaglio, valorizzano dessert, cheesecake o piatti esotici. La polpa ricavata attorno al nocciolo, più morbida e spesso più dolce, è perfetta per frullati o per essere trasformata in una salsa da servire con carni speziate o pesci marinati.
Il modo di tagliare un mango racconta una scelta di stile tanto quanto una scelta tecnica: ogni ricetta richiede la forma più adatta a esprimere al meglio il sapore di un frutto che, se trattato correttamente, porta in tavola una dolcezza equilibrata e naturale, insieme a una freschezza immediata.
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