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Tavola rotonda scientifica sulla “Digital Economy” tra tensioni internazionali

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di Redazione

03/10/2025

TITOLO

Il 24 ottobre 2025 la Banca d’Italia ospiterà a Roma una tavola rotonda scientifica dal titolo “The Digital Economy Amid Rising International Tensions”, organizzata in partnership con il Competition and Innovation Lab della George Washington University. Un incontro a porte limitate che chiama a raccolta accademici, decisori pubblici ed esperti per fare il punto su un’economia digitale attraversata da frizioni geopolitiche, interdipendenze tecnologiche che non si allentano e una catena del valore globale sempre più condizionata da standard, regole e scambi di dati. I lavori saranno aperti da Andrea Brandolini, Direttore Generale per l’Economia, la Statistica e la Ricerca di Banca d’Italia; la keynote è affidata a Paul Nemitz (College of Europe), figura di primo piano nella regolazione europea dei dati e già direttore alla Commissione europea per la riforma del GDPR, la Direttiva Whistleblower, il seguito del caso “Snowden” e i negoziati dello EU-US Privacy Shield.

Catene del valore dell’IA e interdipendenza: dove passa oggi il potere tecnologico

La prima sessione guarda alla supply chain dell’intelligenza artificiale: semiconduttori avanzati, infrastrutture cloud, modelli di frontiera e dataset si intrecciano con restrizioni all’export, screening degli investimenti e nuovi schemi di sicurezza economica. L’interdipendenza – che non scompare neppure quando salgono i dazi o si moltiplicano i divieti – obbliga i policymaker a politiche industriali più selettive e a una governance del rischio che tenga insieme resilienza delle filiere, protezione della proprietà intellettuale e accesso ai mercati. Ne discende un test severo per l’Europa: mantenere apertura e concorrenza, senza rinunciare a strumenti di de-risking coerenti con gli obiettivi di innovazione e con la tutela della concorrenza.

Frammentazione del commercio digitale e “lawfare” nello spazio online

La seconda sessione indaga la frammentazione del commercio digitale: standard tecnici incompatibili, localizzazione obbligatoria dei dati, regimi di responsabilità difformi e piattaforme soggette a normative extra-territoriali ridisegnano l’accesso ai mercati e i costi di conformità, soprattutto per le PMI innovative. La terza sessione apre il capitolo del lawfare digitale: l’uso strategico del diritto – sanzioni, azioni regolatorie, contenziosi mirati, obblighi di trasparenza algoritmica – come leva di pressione competitiva e geopolitica. Qui l’attenzione scivola su privacy, sicurezza, integrità delle infrastrutture, tutela dei segreti industriali e interoperabilità tra ordinamenti, con un punto fermo: l’affidabilità dei flussi transatlantici di dati resta condizione per mercati digitali contestabili e per ecosistemi di ricerca realmente collaborativi.

Per partecipare, i posti sono limitati: occorre inviare entro il 20 ottobre 2025 una richiesta con affiliazione e organizzazione all’indirizzo [email protected]. Un confronto che promette sostanza più che annunci, utile a misurare quanto le scelte su standard, interoperabilità e tutela dei diritti fondamentali incidano – oggi, non domani – sulla traiettoria dell’economia digitale europea.

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