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Tensioni globali e segnali di ripresa: l’Italia tra prudenza e resilienza economica

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di Redazione

22/10/2025

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La crescita mondiale rallenta, l’Europa resta in equilibrio

Il sistema economico internazionale si trova in una fase di ridefinizione complessa. Le tensioni commerciali tra Stati Uniti, Europa e Cina, unite all’aumento dei dazi, hanno già ridotto i volumi degli scambi globali. L’incertezza geopolitica e la frammentazione delle catene di approvvigionamento pesano sulle prospettive del prossimo biennio. Il Fondo monetario internazionale prevede per il 2025-2026 una crescita inferiore rispetto allo scorso anno, segno che le politiche restrittive e le guerre tariffarie continuano a frenare il commercio mondiale.

Nell’area euro la crescita del PIL si mantiene modesta. Dopo il rallentamento primaverile, la domanda estera non basta più a sostenere la produzione industriale, e la BCE prevede un’espansione di poco superiore all’1% annuo fino al 2027. L’inflazione resta attorno al 2%, con una lieve riduzione prevista per il 2026 prima di stabilizzarsi in linea con gli obiettivi dell’istituto centrale.

Italia: crescita contenuta ma più equilibrata

L’Italia torna a crescere nel terzo trimestre, dopo la contrazione del periodo precedente. La spinta arriva dagli investimenti pubblici e privati, accompagnati da un incremento moderato dei consumi. Servizi e costruzioni trainano l’attività economica, mentre la manifattura continua a soffrire per la domanda estera debole. L’avanzo di conto corrente si amplia e la fiducia degli investitori stranieri verso i titoli italiani si consolida, segnale di una maggiore stabilità finanziaria.

Il mercato del lavoro si mantiene stabile: l’occupazione non cresce ma non arretra, e le retribuzioni mostrano un rallentamento che riflette la prudenza delle imprese. L’inflazione resta sotto il 2%, mentre il credito alle imprese e alle famiglie mostra segni di recupero, favorito dal calo dei tassi di interesse.

Secondo le proiezioni, il PIL italiano crescerà dello 0,6% nel 2025 e nel 2026, e dello 0,7% nel 2027. La ripresa sarà guidata dalla domanda interna, mentre l’interscambio estero continuerà a risentire del rafforzamento dell’euro e dei nuovi dazi. L’economia rimane vulnerabile agli sviluppi geopolitici e alle politiche fiscali europee, ma la resilienza mostrata nei mesi estivi conferma una capacità di adattamento che potrebbe rafforzarsi se sostenuta da una strategia industriale coerente.

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